29 settembre 2005



L'ABITUDINE

Uno dei più grandi reporter del nostro tempo disse.

“La guerra è una cosa triste, ma ancora più triste è il fatto che ci si fa l’abitudine. Il primo morto quando l’ho visto io, stamani, rovesciato sull’argine… Gli altri li ho semplicemente contati come cose di cui bisogna, per mestiere, registrare le quantità”

Tiziano Terzani “Pelle di Leopardo”, Vietnam 1973

Riporto qua sotto il bollettino di guerra della settimana appena trascorsa.

Solite cose.
Ma.
Da non farci l'abitudine.
BOLLETTINO DI GUERRA
dal 17 al 25 settembre

Sudan. Il 17 almeno 14 persone - soprattutto donne e bambini - sarebbero rimaste uccise in un'imboscata contro uno scuolabus nei pressi di Loka, non lontano dal confine con l'Uganda. I raid contro la popolazione civile sudanese, in aumento negli ultimi mesi, sono mirati principalmente a ottenere rifornimenti alimentari.
Il 19 almeno 40 persone sono morte nella regione del Darfur a causa di un attacco condotto lunedì dalle popolazioni nomadi arabe Janjaweed. Il conflitto in Darfur, scoppiato nel febbraio 2003, ha già provocato la morte di 200.000 persone.


Uganda. Il 20 una serie di operazioni militari condotte dall’esercito ugandese ha provocato la morte di 8 ribelli dell'Esercito di Resistenza del Signore (Lord's Resistence Army) di Joseph Kony.
Il 21 13 persone, in prevalenza bambini, sono state uccise e altre 5 ferite nell'Uganda nord-orientale quando guerriglieri armati hanno attaccato membri di una tribù rivale.
Il 22 un'imboscata tesa dai ribelli del Lra nel nord dell'Uganda, a pochi chilometri dal confine col Sudan, ha causato almeno 14 vittime tra i civili. L'imboscata è avvenuta a circa 15 chilometri dalla frontiera col Sud Sudan.

India. Il 20, almeno 9 soldati e 6 ribelli sono rimasti uccisi nello Stato nord-orientale del Manipur. L’esercito indiano sta conducendo un’estesa controffensiva contro i guerriglieri dall’inizio di quest’anno. Il Manipur fa parte delle cosiddette “Sette sorelle”, ovvero sette Stati collegati al continente indiano da una sottile striscia di terra e noti per il clima di anarchia e violenze.


Kashmir indiano. Il 15, presunti ribelli musulmani hanno ucciso 4 persone e un altro civile ha perso la vita nel fuoco incrociato tra militanti e truppe governative.
Il 17, l’esercito indiano ha ucciso 3 guerriglieri e altri militanti hanno rapito e assassinato un civile. Inoltre, 3 ragazzini sono rimasti feriti per l’esplosione di una mina nel distretto di Doda.
Tra il 21 e il 22, i soldati indiani hanno ucciso 5 militanti, mentre altri ribelli hanno assassinato un ex guerrigliero e un soldato.

Il 22, 5 persone sono morte e almeno 20 sono rimaste ferite in due esplosioni a Lahore, città della regione orientale del Punjab. La zona è teatro del conflitto tra radicali sunniti e radicali sciiti.

Il 19, uno scontro a fuoco ha visto protagonisti ribelli e polizia nella città di Karabudakhkent, con un bilancio finale di due poliziotti feriti e un ribelle ucciso.
Il 20, durante le operazioni di smantellamento di una mini raffineria di petrolio abusiva, alcuni colpi di mitragliatore accidentale raggiungevano un serbatoio di carburante; dalla esplosione del serbatoio sono rimasti feriti due soldati.


Inguscezia. Il 16 settembre, una bomba è esplosa alla fermata del bus del villaggio cosacco di Nesterovskaya, nella regione di Sunzhnskeye; non si sono registrati feriti. Una altra esplosione, con un soldato ferito, è stata sentita nel villaggio di Alkhafty, sempre nella regione di Sunzhenskeye; pare una mina sia saltata in aria al passaggio di una colonna di soldati.
Il 17, il capo della polizia locale è stato ucciso dentro casa sua nel villaggio cosacco di Nesterovskaya.
Il 19, Due bombe sono esplose nel palazzo del tribunale di Odzhonikidzovskaya, causando un ferito.
Il 20, un agente della Fsb, servizi segreti russi, è stato ucciso da un commando di sconosciuti nel villaggio cosacco di Nesterovskaya. Ad un posto di blocco vicino il confine con l’Ossezia del Nord, colpi di mitraglietta sparati da sconosciuti da una auto in corsa hanno ucciso tre poliziotti e ferito un loro collega.


Cecenia. Il 16 settembre, nel villaggio di Nazrani è esplosa una bomba dentro il tribunale locale, senza causare vittime.
Il 17, a Grozny viene teso un agguato ad una macchina che portava il capo della polizia Valery Sidorov. L’alto ufficiale viene ucciso, i 4 poliziotti della sua scorta sono feriti.
Il 18, nella regione di Shalinskeye, nell’area di Mesken-Yurta, il comandante di una pattuglia di perlustrazione lungo l’autostrada viene ucciso dall’esplosione di una mina.
Il 19 a Nal’chik in una imboscata ad una pattuglia di soldati russi viene ucciso un militare e ferito un altro.

Turchia. Il 18, 2 persone sono morte e altre 10 sono rimaste ferite nell'esplosione di un autobus in transito su una strada della provincia meridionale di Antalya.
Il 19, 2 uomini, probabilmente legati all'organizzazione separatista armata curda Pkk, sono rimasti uccisi in scontri armati con le forze dell'ordine turche avvenuti nella città di Van e in quella sudorientale di Tunceli.

28 settembre 2005


L'OSPITE DELLA SETTIMANA

FUORIMODA
di MATTIA MARINELLI

Ah, che bella giornata, c’è il sole (non è vero), mi sento riposato, gli occhi reagiscono bene e la testa non mi gira, fantastico…
Sarebbe un risveglio fantastico se non fosse che… la radio mi dice che da oggi, sono improvvisamente fuorimoda!!!! Come? Come è possibile che sia fuorimoda un giorno con un altro?! Invece si, è la dura verità, ne devo prendere atto, sono fuorimoda.
Perché, dovete sapere, che questa settimana a Milano ci sono le sfilate e gli stilisti decidono per noi cosa è in e cosa è out!!! I vari D&G, Armani, Richmond, Galliano e compagnia cantante hanno scelto che quest’anno, a differenza dello scorso in cui andava la donna stile “puttanazza”, va di moda la donna “ingenua”. Una differenza non da poco mi pare, esattamente l’opposto.
Le ripercussioni arrivano, per ovvi motivi, anche a noi maschietti, a cui ci tocca relazionarci non più con delle pseudo “zoccole” ma con delle, non più pseudo, ingenue.
Tutto ciò sancisce, in un attimo, la mia inadeguatezza ai canoni odierni e quindi il mio essere fuori moda.
Tirando quindi le somme dell’inizio della giornata devo prendere atto che sarà, l’ennesima giornata di merda…

Tia ti consiglio di provarci perchè di libri ne leggo e penne così ispirate, scarne e ironiche contemporaneamente non le trovi tutti i giorni.
Cuori In Atlantide ha un nuovo membro ufficiale.

27 settembre 2005




COMPAGNI DI VIAGGIO

Non vedersi per tre mesi. Che potrebbero essere tre giorni o sette anni.
E poco importa.
Che se hai sofferto un'ora di bilancio, o la farsa del diritto, gli scleri generali, Mirko con i bigliettini e poi serate, pizzate, studiate, mangiate, cazzate, film visti e non visti.
Pioggia e Negramaro, sole e neve da paura. E la primavera e l'estate che non arriva mai.
Esami.
Non vedersi per tre mesi, tre giorni o sette anni.
E guardarsi in faccia e capire che domandarsi come va, cosa fai, tutto a posto o cosa vuoi. Non serve.
Che basta uno sguardo.
Che basta una serata.
Che se ridi davanti a quattro foto tutto si riaggiusta.
Ed è meglio quando niente mai si è rotto.
Che forse un pazzo aveva poi ragione.
La semplicità.
Che solo uniti la sturia è vivibile.

26 settembre 2005



LA DISCRIMINAZIONE DEL POPOLO ABORIGENO

Posto qua sotto l'intervista a padre Peter Murnane, il frate domenicano che ha pedalato per 2.700 km da Camberra fino a Uluru: la famosissima roccia monolitica che sovrasta il deserto australiano.
Un viaggio in segno di apertura e conciliazione nei confronti del popolo degli Aborigeni.
Perchè forse non tutti sanno che questo popolo indigeno dell' Australia ha subìto e continua tuttora a subire una serie di torti, violenze e discriminazioni da parte del governo pressato dalle potenti holding di allevatori e coltivatori.
Tanto per sapere.
Quella nei confronti degli aborigeni è una discriminazione storica e, sebbene poco conosciuta, drammatica. Nel 1998 la Commissione australiana per i diritti umani e le pari opportunità ha reso noto un rapporto sulla sottrazione forzata di decine di migliaia di bambini aborigeni alle loro famiglie, politica attuata fino dal 1970: in alcuni casi, secondo la Commissione, si è trattato di pratiche "genocide".
La cultura aborigena è la più antica tuttora vivente sul pianeta. Recenti datazioni dei nuovi scavi archeologici, utilizzando la termoluminescenza ed altre nuove tecniche, hanno spostato indietro nel tempo l'inizio della presenza degli aborigeni in Australia ad almeno 40.000 anni fa. Alcune prove indicherebbero addirittura date più vecchie di 60.000 anni.
Il carattere distintivo di questa cultura è ''l'essere tutt'uno con la natura''.
Rocce sporgenti, canyon, fiumi, cascate, isole, spiagge e tutto ciò che appartiene alla natura - come il sole, la luna, le stelle visibili e gli animali - possiedono storie di creazione e tra loro collegate. Per il costume aborigeno sono tutte sacre: l'ambiente è l'essenza del credo del popolo aborigeno.
Grazie a questo profondo rispetto per la natura, gli aborigeni hanno imparato a vivere in eccezionale armonia con una tra le terre più difficili e impervie del pianeta ed i suoi animali.
Le persone più ciniche, o forse semplicemente realiste potrebbero dire che questo accade in tutto il mondo: Cinesi contro Tibetani, Messicani contro il popolo del Chiapas e così via fino all'infinito.
Ma nel caso degli Aborigeni il discorso economico non sta in piedi. L'Australia è lo stato civile con la più bassa densità di abitanti del pianeta. E' più grande di tutta l'Europa avendo la stessa popolazione Italiana e considerando che più della metà vive tra Sydney, Melbourne e Camberra vuol dire che è praticamente uno stato/continente deserto!
60.000 anni di storia che missionari religiosi prima e grandi allevatori poi hanno tentato e tentano tuttora di cancellare.
Pochi individui capaci di macchiare uno tra gli stati culturalmente più aperti del pianeta che primeggia per la qualità della vita che offre ai suoi cittadini.
In nome di una totale ignoranza, condizione prima per un puro e sano odio nei confronti del diverso.
INTERVISTA A PADRE MURNANE

Il giorno di ferragosto Peter Murnane, frate domenicano di 65 anni, è partito per un pellegrinaggio da Canberra, per festeggiare ufficialmente il 40esimo anniversario della data in cui è entrato a far parte del suo ordine religioso. La meta del suo viaggio lungo quasi 2700 chilometri, era Uluru, conosciuta anche con il nome di "Ayers Rock", nel centro geografico dell'Australia. L'intenzione era quella di portare un messaggio di "pace e riconciliazione" attraverso il suo paese.

Come ha avuto l'idea di intraprendere questo viaggio?
Ho pensato fosse un bel modo per festeggiare ufficialmente il 40esimo anniversario della data in cui sono entrato a far parte dell'ordine religioso dei domenicani. Sono anche membro del Pax Christi International Group, un'organizzazione per la pace e la giustizia che esiste dalla fine della seconda guerra mondiale. Così con altre sei persone ho deciso di fare un viaggio in bicicletta da Canberra, la capitale federale, fino a quella che un tempo gli europei chiamavano "Ayers Rock", ma il cui nome aborigeno è Uluru.

Per gli aborigeni Uluru è un luogo sacro. E' per questo che l'ha scelta come meta?
Si, ma è un posto sacro anche per me perché è al centro del mio paese, sperduto nel deserto e lontano da tutto. Ho fatto questo viaggio perché noi europei abbiamo cacciato dalle loro terre gli aborigeni, gliele abbiamo rubate. Una cosa di cui dobbiamo pentirci. Ma dobbiamo scusarci con loro anche per il fatto di aver per rubato per secoli i loro bambini trattandoli come schiavi. Molti aborigeni finiscono in prigione perché per sfuggire al loro disagio si danno al consumo di droghe, sniffano petrolio o diventano alcolizzati. La loro cultura e la loro lingua sono andate completamente distrutte.

Lei parla dell' Australia come un paese dove i diritti umani non vengono rispettati, ma la gente ha preso coscienza di quanto avvenuto? E' interessata alla situazione degli aborigeni australiani?
In molte città da molto tempo sono stati creati "gruppi di riconciliazione", ed era questo l'intento del mio pellegrinaggio: la riconciliazione. Sono tantissime le iniziative in questo senso, da qualche anno ad esempio vengono organizzate a Sidney ed in altre città delle marce per la riconciliazione. L'attuale governo sta facendo dei grossi passi indietro nei confronti degli aborigeni e la gente non è d'accordo. C'è un diffuso malessere riguardo a questi argomenti, si pensa che il governo sia troppo in balia degli allevatori e delle società minerarie.


E' la prima volta che la chiesa cattolica australiana affronta un'iniziativa del genere?
No, molte persone lavorano per tutelare gli aborigeni. Molti missionari hanno di sicuro commesso errori in passato, ma credo che adesso si stiano portando avanti le politiche giuste. Parecchie missioni sono state chiuse dal governo nell'ultimo periodo.

E le altre confessioni?
Anche nelle altre chiese molti sono impegnati nel rispetto dei diritti umani. Soprattutto nella chiesa protestante.

Come pensa che possa essere risolto il problema dell'emarginazione e del disagio dei nativi nella società australiana di oggi?
Spesso si è detto che gli aborigeni dovrebbero risolvere da soli i loro problemi, ma questo non è possibile. Gli aborigeni non hanno alcun potere, per questo le recenti politiche sono state più nocive che utili.

Pensa che esistano per l'Australia altre "emergenze" dal punto di vista dei diritti umani?
Quello dei rifugiati è un altro grosso problema, il governo australiano non si sta comportando in modo equo con coloro che chiedono asilo in Australia. Ci sono molte organizzazioni che operano in loro difesa dei loro diritti che non sono stati
adeguatamente tutelati.


Lei in bicicletta ha percorso 2700 chilometri, la tappa più lunga è durata due giorni ed era lunga 256 km. Ha tenuto una media molto buona, immagino si sia allenato prima di questo pellegrinaggio.
Uso la bicicletta solo per andare al lavoro, ho 65 anni, ma faccio circa 200 chilometri ogni settimana.

23 settembre 2005



CORRERE A MILANO

Correre fino a che il cuore si piazza dietro la batteria
e inizia a pestare
non farci caso.
Musica ipnotica che ti esce dal torace.
Correre fino a tracciare solchi.
E se è asfalto stai esagerando.
Stereo un pò muscoli e un pò fiatone.
Che il telecomando ce l'hai in mano solo te.
Dj della strada. Hai le chiavi della festa.
Che decidi tu se spingere in avanti,
mettere in stand-by o sparare tutto a palla
Ma non il tasto STOP.
Rallenta.
Piazza un Blues.
Il rock spinge.
Il blues è saggio, ma è nero e malinconico
Ti riporta alla realtà.
Quella finta.
Quella del non ce la fai più.
Ma non ti fermi. Mica per questo.
Poltrona e tribuna elettorale sono lì ad un passo.
Tira dritto, passa il ponte che la tele può aspettare.
Almeno oggi.
Una sola via di fuga.
Prega perchè piova.
Quella fina o quella a goccioloni
leggera o temporale poco importa
lacrime del cielo o uragano tropicale
che venga giù.
Lava via la fatica e un pò cancella via anche te.
Ti riscrivi ad ogni passo.
Pagine su pagine. Buttate lì per terra.
Che asciugano l'asfalto.
LA CANZONE PIU' BELLA DEL MONDO

Che poi non ha gran senso.
Ma
chiamami e arriverò correndo
un pò di senso lo racchiude.
Non aver paura di essere felice.

-Out Loud- Dispatch

Would you be the wind to blow me home
would you be a dream
on the wings of a poem
and if you were walking through a crowd
you know I'd be proud

if you call my name out loud
do you suppose that I would come running
do you suppose I'd come at all
I suppose I would

and if we were walking
down a dead end street
would you be the one to let our eyes meet
or would you just keep on walking
down to the turn around
'cause you know I'd be proud

and if I was gone from the land we know
would be the dawn
and let your beauty still show
and if you were walking
and heard the cold night coming
would you call my name
'cause you know I'd come running

SEMPRE PIU' CALDO (solo sul web?)

Il 2006 è stato proclamato dall’Onu Anno internazionale dei deserti e della desertificazione, un problema che colpisce un terzo della popolazione mondiale, concentrata soprattutto nell’Africa subsahariana, dove la mancanza di piogge sta causando crisi epocali.
Non che io nutra una gran fiducia nell' Onu, un pachiderma burocratico ingombrante e cristallizzato nella sua disarmante mancanza di potere.
Sono felice però di vedere che almeno qualche suo membro illuminato conduca questi studi sui cambiamenti climatici.
La cosa che fa sorridere è che sta andando tutto abbastanza male, i risultati sono allarmanti, gli scenari prospettati per i prossimi vent'anni rasentano dimensioni apocalittiche in termini di vite umane a rischio.
Ogni venti giorni nel golfo del Messico arrivano uragani sempre più potenti, ma il vero problema sembrano essere gli argini troppo bassi. In realtà argini più alti porteranno a casini sempre peggiori in caso di debordo.
Dicevo la cosa che fa sorridere è che il dibattito che va per la maggiore in questi giorni in tele è capire chi verrà eliminato prima dall' Isola dei famosi tra Al Bano e la figlia Romina jr.
Per trovare un'approfondimento sul tema ambiente bisogna districarsi nel web fino a scoprire per caso un sito davvero completo e aggiornato come www.peacereporter.net.
E chi internet non ce l'ha? E chi ce l'ha e la connessione a 56k ti apre una pagina al minuto?
Deve sorbirsi Studio Aperto: l'apoteosi del declino dell'informazione. (il tg4 ormai è fuori classifica). Tette, culi e figa ovunque. Diete delle veline e muscoli di Costan... no non ce la posso fare!

AIUTO
"Il problema dell’avanzamento delle sabbie e dell’aumento di territori aridi coinvolge un terzo della popolazione mondiale.
Le zone più colpite sono quelle dei grandi deserti del pianeta: l’Africa subsahariana e l’Asia centrale, dove la carenza di piogge sta radicalmente sconvolgendo i sistemi di vita delle popolazioni locali e la geopolitica complessiva dell’area.
La mancanza di precipitazioni, infatti, significa anche mancanza di fonti idriche per l’uomo. Attualmente la disponibilità di acqua pulita nell’Africa subsahariana è già ampiamente al di sotto della quantità minima ritenuta dall’Onu indispensabile per ogni essere umano.
Tutto questo causa la migrazione di milioni di persone alla ricerca di territori più adatti alla sopravvivenza. Si prevede che almeno 60 milioni di persone fuggiranno entro i prossimi 15 anni dalle regioni del Sahel e del Corno d’Africa.
Quest’anno la carestia dovuta alla carenza delle piogge e, in alcuni casi, alla comparsa delle locuste, sta causando crisi umanitarie epocali come quella in atto da mesi in Niger. Secondo le previsioni dell’ong inglese Oxfam, la carestia colpirà presto anche la fascia dei paesi compresi tra Malawi, Zambia, Zimbabwe e Mozambico.
Nell’Africa subsahariana – e in particolare nella fascia che va dall’Atlantico al Corno d’Africa - si stanno dunque attuando gli scenari previsti dagli studi effettuati già 20 anni fa: le mutazioni climatiche dovute al rapido aumento dei gas serra (primo tra tutti il biossido di carbonio) immessi dall'uomo nell’atmosfera, avvengono, cioè, su due fronti: il riscaldamento del terreno e il calo delle precipitazioni."
(estratto da www.peacereporter.net)

22 settembre 2005



GOOD BYE DARSENA

quella della fiera di Senigallia
quella che sa di liceo bigiato il sabato mattina
quella che i profumi nuovi e verdi ti bucano il gelo dell'inverno
quella che se ci vai trovi ciondoli e magliette che la periferia nessuno ha mai visto
quella che un bacio sa di big mac e frittelle comprate lì di fianco
quella che ti compri un bongo sperando un giorno di imparare a suonarlo
quella che i cani sciolti abbaiano e i padroni coi capelli strani abbaiano più di loro
quella che se frequenti un collegio ti sembra l'altra parte del mondo
quella che vede il mare in mezzo alla città
quella che c'è ancora chi pesca senza mai tirar fuori niente
quella che un momento è deserto e un momento è fiumana
quella che un pò è parcheggio e un pò Milano da bere
quella un pò bauscia e un pò erre moscia
quella un pò tranqui stammi bene fratello
quella un pò Giangi, Anto, Portofino e barca a vela
quella un pò giacca e un pò bomber
quella di osteria del pallone e cagnara
quella del forno aperto fino al mattino
quella delle fughe per fare due foto
quella che ti trovi a viver lì sopra
quella che non sai come sarà in primavera
quella che la Darsena oggi è in gabbia e domani non c'è più.

19 settembre 2005


IL MIRACOLO ECONOMICO

Posto qua di seguito un estratto di un articolo uscito sul sito di Amnesty International. Tanto per dare un’idea di cosa succede in giro per il mondo. In quella parte del mondo che qualcuno ha il coraggio di definire “miracolo economico”, dove l’abisso tra ricchezza e povertà è tra i più profondi della terra, dove l’informazione è uguale a zero, dove non si può onorare il lutto di chi se ne è andato, dove in un solo distretto industriale in un anno nascono (anche se sarebbe più giusto dire “vengono prodotti”) quattordici-dico-quattordici miliardi-dico-miliardi di polli e poi si lamentano dei virus aviari.
Ma questo non c’entra con ciò che segue.
Le Madri di Tiananmen, gruppo fondato da Ding Zilin, professoressa universitaria in pensione, sono un gruppo di 130 attivisti per i diritti umani – per la maggior parte donne – i cui figli e altri parenti stretti furono uccisi in Piazza Tiananmen o nei suoi pressi nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1989.
Truppe con armamenti pesanti e veicoli corazzati invasero Piazza Tiananmen nel corso della notte tra il 3 e il 4 giugno 1989 per disperdere dimostranti che manifestavano pacificamente e senz’armi, chiedendo la fine della corruzione e riforme politiche nel paese. Centinaia di civili furono uccisi e decine di migliaia di dimostranti vennero arrestati durante i postumi dello scontro.
Le Madri di Tiananmen hanno compilato una lista di nomi di più di 182 persone che furono uccise e di più di 70 feriti dall’esercito cinese.
Il gruppo trasmette regolarmente appelli e petizioni che chiedono alle autorità di consentire alle famiglie delle vittime di portare il lutto in pubblico e di accettare aiuti umanitari da organizzazioni e individui, di porre fine alla persecuzione delle vittime e delle loro famiglie, di scarcerare coloro che dal 1989 sono rimasti rinchiusi in carcere e di organizzare un’inchiesta pubblica sugli eventi che caratterizzarono la giornata del 4 giugno 1989.
Ogni anno, alla data dell’anniversario di quel 4 giugno, molte delle madri di Tiananmen sono imprigionate, minacciate o sottoposte a restrizioni di qualche tipo. Il modo in cui vengono trattate è indicativo del modo in cui il governo continui a rifiutare i loro appelli per essere risarcite.

La cosa che fa incazzare non è tanto il fatto che queste donne non verranno mai risarcite. Mi sembra quasi ridicolo il solo pensarlo.
Ma è l’atteggiamento di chi non vuole nemmeno sentire.
La lobotomia perpetrante tipica del burocrate. Quella dell’ignoranza. Quella del testone che se ha un’idea non può, non vuole e non riesce ad ascoltarne un’altra.
Se alla tele dicono che la Cina incarna il miracolo economico non è per forza la verità assoluta. È solo una parte di verità, peraltro con tutti i suoi pregi e i suoi difetti.
La Cina è anche altro.

15 settembre 2005





MISURARE IL TEMPO

Pensavo che si potrebbe misurare il tempo senza gli orologi. Va bene, è vero che tra telefonini e computer il sindacato degli orologi oggi non se la passa poi tanto bene, ma intendo una cosa un po’ diversa.
Invece di servirsi di ore e minuti, si potrebbe usare una nuova unità di misura: la musica.
Alla domanda “Passi a trovarmi?” si potrebbe rispondere “Arrivo tra una Wish you were here e paio di Imagine”. E perché sulle confezioni di pasta sotto la voce Tempo di cottura non si potrebbe leggere “Pronti in una Stairway to Heaven”?
Sarebbe impossibile sbagliare e in più potresti godere di qualche assolo degli dei del Rock prima di fiondarti sul piatto che stai preparando. Magari per rendere la vita più semplice a quelli che apprezzano solo la musica leggera potrebbero fornire delle tabelle di conversione di modo da sapere che il capolavoro dei Led Zeppelinn equivale a una 50 Special dei Lunapop sommata a Bella di Jovanotti.
In fondo quando gli orologi non esistevano l’uomo si è sempre ingegnato in mille modi per poter misurare il tempo. Ha inventato aggeggi allucinanti come la clessidra e la meridiana che io non ho proprio mai capito come funzionava. Ci voleva talmente tanto a trovare l’ora esatta che una volta determinata era già passata.
Poi sono arrivati gli scienziati, che ammiro moltissimo. Purtroppo per parlare si servono di numeri e vettori e, pur provando per loro un’immensa tenerezza, la mia tremenda ignoranza numerica mi impedisce di comprenderne gli assiomi.
Ma qui non si tratta di una misurazione scientifica ed esatta. Il punto è cercare di rendere più dolci le attese. E non nel senso di pancioni e camerette rosa.
Ma.
Nel senso di sentire il tempo. Di starci bene dentro anche se stai aspettando qualcosa. Che magari continuare a rimandare la vita a quando ti succederà quello che stai aspettando magari non è proprio il massimo. In fondo nei film godiamo a veder i personaggi che si sbattono, si annoiano, si incazzano e piangono solo per arrivare. Quando arrivano il film è finito. E anche nei film le attese sono condite dalla musica, dalle canzoni.
E’ solo con le canzoni, quelle che ti hanno segnato, quelle che ti mandano a male, quelle che portano con sé ricordi di vacanze studio e primi baci che la storia diventa vivibile in ogni sua singola pagina.
Nuovo modo di misurare il tempo…

13 settembre 2005



IL MONDO IN GUERRA

Posto qua di seguito un documento statistico realizzato dal sito di informazione peacereporter.
Un semplice sguardo sul mondo. Quello che non ti fanno mai vedere in televisione. Quello che mediaset o rai proprio non fa nessuna differenza. Quello che su mediaset e rai sa di Maria De Filippi e di Isole selvagge. Sia ben chiaro che non ho nulla contro la moglie di Costanzo, che il suo lavoro lo sa fare bene, e non ho nulla contro i reality che secondo me tra qualche anno verranno pure studiati nelle scuole come fenomeno del nostro tempo. Quello che mi fa incazzare è che sono le sole cose che ci fanno vedere in tele. Che blob dura solo un quarto d'ora e la maggior parte delle persone pensa che sia una trasmissione comica... che internet è vero che è una grande fonte di informazione, ma è troppo discriminante, intendo dal punto di vista anagrafico. Mia nonna non naviga. Mia nonna vede il tiggì e non è giusto che perchè ha novant'anni non abbia il diritto ad essere informata. Ma forse meglio così. Forse è meglio che continui a sentirsi dire che va tutto bene.
Il punto è:
sono in corso almeno 28 conflitti. Costati finora 5 milioni e mezzo di vite umane

Oggi si spara, e si muore, in Palestina, Iraq, Afghanistan, Kurdistan, Cecenia, Georgia, Algeria, Ciad, Darfur, Costa d’Avorio, Nigeria, Somalia, Uganda, Burundi, Congo (R.D.), Angola, Pakistan, Kashmir, India, Sri Lanka, Nepal, Birmania, Indonesia, Filippine, Colombia. E non solo.
Questi conflitti sono costati la vita, finora, a più di cinque milioni e mezzo di persone.
Se si aggiungono le guerre conclusesi negli ultimi cinque anni (Sierra Leone, Liberia, Sud Sudan, Congo Brazzaville, Eritrea-Etiopia, Casamance) il bilancio delle vittime sale a sette milioni e settecentomila morti.

Medio Oriente
1. Palestina: 4.700 morti in 4 anni e mezzo
2. Iraq: 20 mila morti in 2 anni
3. Afghanistan: 20 mila morti in 3 anni
4. Kurdistan (Turchia): 40 mila morti in 20 anni
Europa
5. Cecenia: 250 mila morti in 11 anni
6. Ossezia del Sud (Georgia): 1.000 morti in 15 anni
Africa
7. Algeria: 150 mila morti in 13 anni
8. Ciad: 50 mila morti in 40 anni
9. Darfur (Sudan): 70 mila morti in un anno
10. Costa d’Avorio: 3 mila morti in 3 anni
11. Nigeria: 15 mila morti in 12 anni
12. Somalia: 400 mila morti in 15 anni
13. Uganda: 10 mila morti in 20 anni
14. Burundi (ribelli hutu): 300 mila morti in 12 anni
15. R.D.Congo: 3,5 milioni di morti in 7 anni
16. Angola: 30 mila morti in 30 anni
Asia
17. Waziristan (Pakistan): 1.000 morti in un anno
18. Kashmir (India): 80 mila morti in 15 anni
19. Assam, Nagaland, Tripura (India): 11 mila morti in 25 anni
20. Sri Lanka: 65 mila morti in 22 anni
21. Nepal: 10 mila morti in 9 anni
22. Birmania: 30 mila morti in 55 anni
23. Aceh (Indonesia): 15 mila morti in 15 anni
24. Papua Occ. (Indonesia): 100 mila morti in 35 anni
25. Isole Moulcche (Indonesia): 5 mila in 5 anni
26. Filippine sud: 150 mila morti in 35 anni
27. Filippine nord: 25 mila morti in 15 anni
America
28. Colombia: 150 mila morti in 30 anni

Conflitti terminati negli ultimi 5 anni
*29. Casamance (Senegal): 2 mila morti in 23 anni
*30. Sierra Leone: 50 mila morti in 10 anni
*31. Liberia: 200 mila morti in 15 anni
*32. Sudan: 2 milioni di morti in 22 anni
*33. Congo Brazzaville: 10 mila morti 8 anni
*34. Etiopia-Eritrea: 80 mila morti in 2 anni

Pensiamoci.
Io alla parola guerra ho sempre collegato Palestina e Iraq. Ma com'è che in Palestina i quattromila morti in quattro anni hanno catalizzato tutta l'opinione pubblica mentre i 70.000 in un anno in Sudan non sono stati nemmeno nominati? E i tre milioni e mezzo in Congo?
Com'è che la gravità delle morti va in modo inversamente proporzionale alla quantità di pigmento nero nella pelle?
Ma perchè non ci dicono nulla?
Siamo arrivati a 1984. E' Orwell. E non è più solo un libro.

12 settembre 2005



SENSAZIONI DI SETTEMBRE

Settembre è mese di undici che vuol dire cose brutte. Che anche se sono passati quattro anni sono ancora foto.
Che quello che quattro anni fa era un film ora scopri reale.
Settembre è anche giorni di inizio. Di scuola. Per me stavolta di lavoro. Che ti senti chiuso in una gabbia detta ufficio. Che otto ora davanti al computer ti fanno male. E non soltanto agli occhi.
Che però la mente vola via. Fuori da queste quattro mura fino all'Australia.
Ancora tre mesi.
Che il tempo di settembre è quello che non fa mai nè troppo caldo nè troppo freddo, che la sera si esce solo con la felpa. Che a milano ti trovi pure a ringraziare lo smog perchè col riverbero del suo pulviscolo ti regala dei tramonti da starci male. Che se poi li guardi dal naviglio allora stai bene. Però.
Mancano le foglie. Mancano pure gli alberi. Quelli che a settembre se c'è umidità sanno un pò di funghi.
Il mare della sicilia, delle spiagge d'oro e di sabbia del deserto è già lontano.

"...ma quello che io voglio è star disteso sulla terra e sincronizzare il cuore con il battito che ha..."

Perchè i tre allegri ragazzi morti sanno di vacanza e di Isola delle correnti, che se ti capita facci un salto.
Che come salto durerà poco perchè si trasformerà in sosta, fatta di tenda e falò, o ancora meglio di sacco a pelo sulla spiaggia.
Perchè se le prime luci sono a cinque canzoni di viaggio non oso tentare, non posso tentare di spiegarti cosa voglia dire un cielo di stelle laggiù.


LA FORESTA CHE SCOMPARE

Posto qua di seguito una notizia ansa che è uscita nei giorni scorsi riguardo la situazione Amazzonia. Mi sembra quasi ridicolo sottolineare che la foresta amazzonica è il polmone naturale più importante del pianeta. No non è ridicolo. La cosa ridicola è che tecnocrati signorotti bresciani, figli del miracolo industriale del nord-est, si permettano di devastare un patrimonio dell’umanità in nome dei soldi e… dei semi di soia! Avessi detto Frutti della Passione o Pesche noci. No… semi di soia. Ma c’è ancora gente che li mangia? Sono il prodotto OGM per eccellenza!

Le polemiche sulla deforestazione indiscriminata di cui e' stata vittima negli ultimi anni l'Amazzonia sono destinate a ripartire dopo uno studio della Banca mondiale secondo cui l'International Finance Corporation (Ifc) non avrebbe dovuto concedere un prestito di 30 milioni di dollari al gruppo brasiliano Andre' Maggi. La societa' in questione e' uno dei piu' importanti esportatori di soia del Brasile ed appartiene alla famiglia del governatore del Mato Grosso, Blairo Maggi, di origine bresciana e sotto accusa perche' fra l'agosto 2003 e l'agosto 2004, il disboscamento nel suo stato e' cresciuto del 20%. Il dato e' stato rivelato in una recente inchiesta del quotidiano britannico The Independent, per il quale le regioni amazzoniche hanno perso nel periodo citato 26.130 kmq di superficie, il 6,23% in piu' rispetto al periodo 2002-2003. Durante l'edizione 2005 del Forum sociale mondiale (Fsm) di Porto Alegre, la soia e' stata definita ''uno tsunami senza precedenti che sta devastando l'Amazzonia'', ed i militanti ambientalisti hanno rivelato che gli ultimi dati satellitari dell'Inpe (Istituto brasiliano di ricerca spaziale) hanno mostrato un aumento del disboscamento che sulla principale ''frontiera agricola'' fra Mato Grosso e Para' e' stato del 511% in piu' rispetto al 2003. ''Le piantagioni - ha assicurato Ricardo Abramovay, dell'Universita' di San Paolo - sono arrivate nel giro di due anni al Rio delle Amazzoni, lungo la strada transamazzonica da Cuiaba', capitale del Mato Grosso, a Santarem''.(ANSA).

No comment… c’è gente che gioca sulla povertà e sulla disinformazione di manovali che per pochi dollari alla settimana distruggono una delle meraviglie del mondo senza nemmeno essere coscienti del crimine che stanno commettendo.
Una sola breve domanda: “ma in tutto questo… i governanti di Brasile & Co.?”.

09 settembre 2005



IL FILM DELLA SETTIMANA
MADAGASCAR

Dopo il clamoroso successo di Shrek2, , la Dreamworks era tornata nelle sale, a distanza di pochi mesi, con Shark Tale un titolo che, per personaggi ed ambientazione, invitava inevitabilmente ad uno spietato confronto con il capolavoro della Pixar, Alla ricerca di Nemo, una delle migliori cose viste al cinema negli ultimi anni. Ora la Dreamworks ci riprova, puntando su uno strano miscuglio di innovazione e recupero di elementi fascinosi del passato. Il risultato è Madagascar.

Protagonisti continuano ad essere gli animali, in questo caso quattro quadrupedi dello zoo del Central Park di New York, tra i quali Alex, il leone vanitoso, attrazione principale e Zoolander (il modello portato sullo schermo da Ben Stiller dal quale mutua la celebre espressione blue steel) dei felini, che, insieme ai suoi amici, trascorre le proprie giornate tra gli agi e la routine della cattività. Coccole degli inservienti, bistecche in quantità, urla ed applausi d'ammirazione da parte dei visitatori, fanno dello zoo che li ospita un autentico paradiso nel cuore della Grande Mela. Nessun animale potrebbe chiedere di meglio, ma le cose sono destinate a cambiare quando un piccolo plotone di arrembanti pinguini in fuga verso l'Antartide suggerisce a Marty la zebra, il migliore amico di Alex, l'idea di un ritorno allo stato selvaggio per riscoprire le proprie radici. In fuga verso il Connecticut, dove crede troverà il suo naturale posto nel mondo, Marty è raggiunto dal leone e da altri due strampalati amici, Melman, la giraffa ipocondriaca, e Gloria l'ippopotamo, nella giungla di Manhattan, prima di ritrovarsi tutti, pinguini compresi, impacchettati su una nave verso il Kenya, ma destinati a naufragare sulle spiagge del Madagascar. Qui Alex sarà costretto a fare i conti con i propri istinti bestiali ed allucinogeni che, di fronte ad un insopportabile e sconosciuto digiuno forzato, trasformeranno gli amici erbivori in enormi bistecche da addentare.

A me il film è piaciuto molto anche se con quei due capolavori inavvicinabili quali Nemo e Shrek il confronto non può reggere.
La struttura del film è semplice e lineare, le vere chicche (alla Simpson) sono i quattro pinguini fuggitivi: un simpatico mix tra Mission impossibile, Il Padrino e Quei Bravi Ragazzi.
Anche la stupidità dei Lemuri è davvero esilarante anche se è chiaro il rimando ai mitici Dodo dell’Era Glaciale.
Se andate a vederlo fatemi sapere la vostra.


NOTIZIE DAL FESTIVAL DI VENEZIA
TIM BURTON

E’ stato presentato ieri al festival l’ultimo film animato di Tim Burton. Ho un amico che sta seguendo il festival e ieri era in sala per l’anteprima. Mi ha detto che La sposa cadavere è davvero splendido, pari quasi a Nightmare Before Christmas.
Il film evoca la famosa “atmosfera Burton”, quel misto di dark, malinconia e tenerezza che caratterizza uno dei registi più visionari del nostro tempo

Anteprima trionfale ieri per La sposa cadavere di Tim Burton e Mike Johnson, il film - realizzato con la tecnica dello stop-motion (Nightmare before Christmas) - ha letteralmente conquistato la critica che ancora una volta non ha saputo resistere alla fantasia ed al tocco poetico del regista di Big Fish. Ispirandosi ad una fiaba del folclore russo, Burton ripropone la strada intrapresa con il fortunatissimo Nightmare Before Christmas, e racconta la storia di Victor, che sta per sposarsi con Victoria, la sua fidanzata; mentre si reca verso il luogo del matrimonio, il ragazzo si ferma in un bosco per riposare, e quando dal terreno vede spuntare quel che sembra un dito umano, Victor scherzando ci infila l'anello nuziale. Uno scherzetto che avrà non poche conseguenze nella vita del giovane, e che gli permetterà di conoscere un mondo a lui sconosciuto, quello dell'oltretomba, incredibilmente più vivace del mondo dei vivi, ingabbiato da troppe regole e convenzioni sociali. Gli attori hanno registrato le loro parti durante la lavorazione dell'ultimo film di Burton che uscirà il 23 settembre nelle nostre sale, dopo aver conquistato il pubblico americano, successivamente i maghi della stop-motion hanno adattato i movimenti dei personaggi del film, alle espressioni dei protagonisti in carne ed ossa, perchè tutto fosse più realistico.

08 settembre 2005



NASCE OGGI CUORI IN ATLANTIDE.

Forse non tutti sanno che Cuori, in inglese Hearts, era il gioco di carte più in voga tra i soldati americani durante la guerra in Vietnam, mentre Atlantide era il soprannome dato al Vietnam stesso. Una figura mitica per rappresentare l'inferno.
Gli anni del Vietnam sono entrati nell'immaginario comune e forse oggi sappiamo più cose su quel periodo che non i diretti interessati.
Scrittori e decine di registi si sono cimentati nel raccontare l'orrore della guerra da un lato e l'onda di speranza che stava maturando tra la gente.
La speranza di un mondo migliore che si reggesse su una semplice equazione matematica:
peace plus love
Qualcuno in quegli anni provò a dare un risultato a questa somma e ciò che venne fuori fu...
peace + love = information
INFORMAZIONE... l'unica condizione necessaria su cui costruire un mondo realmente migliore.

Con questo blog non voglio sostituirmi alle fonti di informazioni così efficenti e complete che animano il nostro panorama televisivo. Non sono un giornalista. Anche se in realtà qualche aiuto dal mio amico Daniele sarebbe ben accetto, visto che è una delle menti e delle penne più acute che conosco.

E sopratutto

Con questo blog non voglio far cambiare idea a nessuno.
Su niente.

Vorrei solo leggere qcon voi qualche notizia che arriva dal mondo, dall'italia o anche dal paesino di montagna più disperso che esista e commentarla con voi, con chi è d'accordo e con chi è contrario,
Chi vive in baracca, chi suda il salario chi ama l'amore e i sogni di gloria chi ruba pensioni, chi ha scarsa memoria Chi mangia una volta, chi tira al bersaglio chi vuole l'aumento, chi gioca a Sanremo chi porta gli occhiali, chi va sotto un treno Chi ama la zia chi va a Porta Pia chi trova scontato, chi come ha trovato
na na na na na na na na na.

Ah Rino se ci fossi ancora tu.