14 dicembre 2005

Senzafareniente (di Mattia Marinelli)



Senza fare niente…

Com’è che quando lavori e non ti passa un cazzo speri nelle ferie e nel week end, ed invece, quando sei a casa in sciallo non vedi l’ora di andare a lavorare?
Com’è che quando hai tutta la giornata per fare una piccola cosa finisce che non la fai, ed invece quando sei impegnato per tutta la settimana ne riesci a fare molte di più incastrandole con tutto il resto?
Com’è che quando mi sveglio la mattina tarda, avendo dormito da paura, c’ho le occhiaie che mi arrivano alla bocca e quando dormo 5 ore sembro Keanu Reeves (si, ok, ho un po’ esagerato, ma era per rendere l’idea…)?
Voi immagino che aspetterete una mia teoria a riguardo, beh, se ci tenete ve la propino al volo…
Non so, potrei iniziare con “l’erba del vicino è sempre più verde”, ma non c’entrerebbe nulla, oppure con “vuoi sempre quello che non hai”, e già questo sembra essere un po’ più azzeccato, semplicemente inizierei con “non so che cazzo voglio!”.
Ecco io non so che cazzo voglio, lo sciallo o la frenesia, il rumore o la quiete, la luce o il giorno, il maschio o la femmina (ehehe ci stavate credendo…), il bianco o il nero e così via.
Mi sento a disagio quando mi si parano davanti delle strade nette, rettilinee, che decidono per me quello che voglio essere, che diminuiscono le mie prospettive e le mie svolte incontrollate, che mi dicono quello che sarà fra 10 anni, quello cha farò per 20, e sticazzi.
Io non so cosa voglio e cosa sarò, come fanno a saperlo gli altri per me?!

11 commenti:

riccardo ha detto...

che uno poi si chiede perchè sugli schermi del cinema e sulle pagine dei romanzi la fanno da padrone storie di trent'enni che non sanno cosa cazzo fare di sto viaggio. Fenomeno grande.
Non universale.
Ma esteso. Troppo.
Che ne sarà di noi...
Pappararapara.
Vecchio Tia...

Anonimo ha detto...

caro ricky che ti devo dire siamo in viaggio sulla stessa barca...

Anonimo ha detto...

La cosa buffa è che già il titolo, come vuole l’italiano, può svelare un curioso equivoco: senza fare nulla, ovvero senza riuscire a non fare nulla, dunque continuare a fare, oppure, senza far niente inteso come non fare? Beh , comunque, in ogni caso, resta indiscutibile che il tuo amico qualcosa abbia fatto, espresso un’incognita.

lo zio

Anonimo ha detto...

c'è chi è troppo impegnato nello stress del lavoro!!!!! e il tempo in quel caso non viene impiegato ma perso!!! è la stessa fregatura vista dal lato opposto!!!! MERDA

esiste una via di mezzo????

kla ha detto...

Caro...sono lieta che tu per lo meno lo ammetta...Gli altri certo non possono saperlo per te quello che vuoi essere (e io credo sia meglio così!)...Però mi pare che ultimamente sia un problema un po' diffuso tra voi maschietti quello di non sapere dove andare a sbattere la capoccia...Sarebbe il caso, qualche volta (perché è legittimo e forse naturale sentirsi così ogni tanto) che ci pensaste prima...
Alla prossima!

Anonimo ha detto...

Cara Kla, ho letto il tuo commento, ed inevitabilmente il mio pensiero si è posato su una domanda: cosa ti hanno fatto i "maschietti" per meritare questa tua presa di posizione? A dirti la verità anche io sono il re del fareditutterbaunfacio, ma mi rendo conto che è una gran cazzata!

Ciao,
Mattia

kla ha detto...

Onestamente non penso che tutti siano così, quello che mi da fastidio è che alcuni si comportino così per comodità...Anzi, direi proprio che per il mio bene (e non solo) non sono tutti così...E non è una questione di genere...anche le donne sanno essere superficiali...e in ogni caso è uno spreco.

riccardo ha detto...

Ciao Kla, è tutto vero quello che dici. Ed è anche vero che molti ci nuotano con una compiaciuta malinconia in questa situazione del chissà-cosa-cazzo-ne-sarà-della-mia-vita...
Però non è sempre indice di superficialità.
Forse di scelte sbagliate.

P.S.: grande Fabrizio...

kla ha detto...

Allora mi vien da dire...peggio ancora! Perché fare le scelte sbagliate sulla pelle degli altri...porca miseria! Va beh, magari non c'è intenzionalità...però...

Andrea (sdl) ha detto...

nessuno è perfetto. nessuno lo può essere. Approssimiamo le decisioni importanti con un metro in scala 100 a 1. Troppo grosso per misure così precise come la vita. Ma alla fine importa come ne usciamo noi e cosa lasciamo agli altri.
Va bene se noi usciamo col sorriso e gli altri più leggeri.
Va male se non usciamo proprio e gli altri escono più pesi.

Ma se c'è una colpa o no (e di chi) è tutto da vedere :)

Andrea (sdl)

Anonimo ha detto...

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