17 ottobre 2005



IL FILM DELLA SETTIMANA:
ROMANZO CRIMINALE

Ispirato all'omonimo libro del magistrato Giancarlo De Cataldo e portato sul grande schermo da Michele Placido, Romanzo Criminale è uno tra i film più ambiziosi del cinema italiano. Per una volta riuscito. Perfettamente. Un film che sa parlare al pubblico, con una grande attenzione alla caratterizzazione dei personaggi e contemporaneamente alla cura dell'aspetto spettacolare. Elementi che permettono di tirare avanti per più di due ore e mezza.
Il Freddo, il Libanese, il Nero e Dandi. Quattro bambini, quattro spietati delinquenti in vent'anni di storia Italiana.
Nascita, vita e morte della banda della Magliana, l'organizzazione criminale capace di conquistare Roma negli anni '70 e capace, a suo tempo di macchiarsi delle più feroci nefandezze degli anni di piombo, dalla strage della stazione di Bologna fino al sequestro Moro.
Un pò noir e un pò poliziesco. Dai toni tragici con rimandi epici e Shakespeariani dove ira e vendetta, fomentate dal tradimento, prendono via via sempre più peso.
Il grosso rischio era quello di voler dire troppo.
Sopratutto quando ci si addentra in fosche trame di palazzo.
Un rischio scampato grazie al cast che anima il film. Il vero punto di forza.
Se Pierfrancesco Favino spicca per intensità e mimetismo e Claudio Santamaria non delude nemmeno nei panni di un personaggio viscido e pusillanime, una nota a parte merita Kim Rossi Stuart, a totale suo agio con un personaggio complesso e dalle diverse sfacettature, maligno ed affascinante, spietato nei delitti e infinitamente tenero con la compagna (una sempre misurata Jasmine Trinca).
Il punto esclamativo va infine a Riccardo Scamarcio, il Nero, astro nascente di quella generazione di attori, i belli e dannati, che, sopratutto in Italia stava andando pian piano spegnendosi.
Purtroppo l'unica nota stonata, ancora una volta, è rappresentata dall'ex enfant prodige Stefano Accorsi. Questa volta il motivo sembra essere la ravvicinata presenza della conturbante dark lady Anna Mouglalis, così magnetica da schiacciare con la sua aura il personaggio interpretato da Accorsi.
Al di là del valore artistico il film ha il merito di disegnare, a tratti anche dettagliatamente, un periodo controverso della storia del nostro paese avvalendosi anche di una colonna sonora molto intensa dove spicca il remake di I heard through the grapevine cantata da Giorgia.
Da vedere. Davvero.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho due appunti da fare a questa bella recensione.Uno: la strage di bologna nel film non era causa loro, io non ho ben capito il collegamento del tipo prelevato ed ucciso da Nero, ma sicuramente loro non c'entravano, anzi, nell'interrogatorio il Freddo fa capire che sia stato lo stato, roba del quale anch'io ne sono convinto.
Due: Aldo Moro non è stato opera loro, anzi sono stati incaricati di trovarlo da quegli strani personaggi che da sempre agiscono nell'ombra!Terrificante e da pelle d'oca la telefonata reale fatta dalle BR al figlio di Moro. Ciao.Mirko.

riccardo ha detto...

ciao mirkaz! è vero loro non centravano ne con Bologna ne con Moro però giocarono un loro ruolo. il tipo prelevato e ucciso dal freddo infatti è quello che aveva piazzato la bomba... e ovviamente bisognava far sparire ogni traccia.
Ciao bello

Anonimo ha detto...

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