18 marzo 2006
Un signore di bianco vestito
Oggi ho fatto l'orto.
E tra una zappata e l'altra, tra sassi e radici che sono sempre dove non dovrebbero, ho pensato al nostro paese.
Il paese più bello del mondo.
Il paese delle aziende piccole e familiari.
Quello delle Alpi e dello sci.
Perchè il Trentino è davvero il Paradiso.
Quello delle colline toscane.
Che se sbagli strada ti ritrovi a fare il bagno alle terme.
Se la strada la fai giusta ti ritrovi con un bicchiere di vino rosso in mano.
E poi il sud.
La Sicilia.
A bordo di un traghetto.
Che prima ti soffia in faccia un vento freddo.
Ma quando arrivi ti stringe nei suoi 40 gradi.
Quello del pallone, delle poesie, dei film, delle foto in bianco e nero, delle donne più belle e sensuali del mondo, della pizza, della nutella, del sole, del mare, della primavera, del duomo, dei laghi, del formaggio, del design, della campagna.
All'infinito.
Pensavo a come questo paese ce lo siamo giocati.
Affidandolo a gente che non lo ha mai guardato con amore.
Per 50 anni.
Nè destra nè sinistra.
Fuffa di qui e di là.
Vorrei un governo di persone entusiaste. Positive.
Che non giocano a sputarsi veleni in faccia.
Gioco al ribasso.
Come i bambini.
Non mi hai fatto niente. Faccia di serpente.
Non sei meglio di una persona perchè hai fatto meno peggio di lei.
Ma chi davvero potrebbe fare del bene non potrà mai farlo in politica.
E' contronatura.
Altrimenti lì nei palazzi si aggirerebbe un signore di bianco vestito.
E qualcuno potrebbe dirti che si tratta di un fantasma.
Ma chi ha il cuore non muore mai.
La mia vita fino ad allora? Meravigliosa! Un' avventura dopo l'altra, un grande amore, nessun rimpianto, niente di importantissimo ancora da fare. Se da ragazzo, partendo per questo viaggio, mi fossi dato per meta quella di per sè già agognata di "piantare un albero, mettere al mondo un figlio e scrivere un verso", più o meno c'ero arrivato.
E quasi senza accorgermene, senza sforzo e, strada facendo, divertendomi.
Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra
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9 commenti:
Generalmente per superare questi problemi c'è bisogno che il sistema collassi. E tutti penso che temiamo che succeda.
Andrea (sdl)
Riccardo,
hai dimenticato i tornei di Calcio Balilla, la Lambretta, il Martini ed il Boero, Coppi e Bartali e la Fiat 128...
E allora come non citare un bel bicchiere di spuma. Magari nel baretto della piazzetta di qualche paesino. E i tre diminutivi ipervezzeggiativi sono obbligatori.
Tutto il calcio minuto per minuto e 90esimo...
La gita di Pasquetta.
Ho letto tutti i suoi libri...E' un grande, se dovessi indicare un maestro del giornalismo per me, direi lui... Giovedì è uscito il suo ultimo libro, devo andare a comprarlo...
A proposito, mi sono regalata Molto forte, incredibilmente vicino...ti farò sapere!;-)
Come procedono i preparativi per l'Australia?
io l'ho già comprato!
tra l'altro giovedì su la 7 c'era lo speciale sulla morte. Tutto incentrato sull'esperienza di TT. C'era pure Folco.
Riguardo l'Australia non dico nulla per scaramanzia.
Però spero bene.
Quel libro non ti deluderà. E' davvero magico.
Che ne direste se quel..Signore di bianco vestito..fosse..che sò..un
Ghandi o una..Madre Teresa o più semplicemente un..Giorgio La Pira.
Si farebbe ancora in tempo a salvare quel bel paese..dove il sì suona.?
Si, anch'io penso che prima o poi collassi. E forse sarà inevitabile. E penso che non ci potrà fare più niente nè la destra nè la sinistra. Ci siamo spinti troppo oltre. Per evitarlo ci vorrebbe un altro taglio alle spese non indispensabili e una svalutazione della moneta, se non si vogliono mettere nuove tasse per ridurre il deficit. Ma la svalutazione non si può attuare perchè siamo in Europa.
Siamo all'emergenza nazionale e invece di unire gli sforzi, le idee, per il bene comune, vedete voi stessi lo spettacolo.
Spero che ci si accorga di questo e che destra e sinistra trovino una soluzione comune altrimenti la vedo male anch'io.
Melbourne, Australia. Torno a casa dopo la giornata di lavoro e trovo nella buca delle lettere pubblicita' per le imminenti elezioni. Vota Prodi, vota Berlusconi. "Faremo l'Italia grande". "Per un futuro sicuro" ed altre cose del genere, che sento dal '68, quando sono nato. Apro la lettera del consolato italiano e scopro che i candidati sono due per parte. Non cambia mai nulla... mai. Ed allora mi viene in mente una cosa che e' successa durante le ultime elezioni, proprio qui a Melbourne (cosi' funziona l'Italia, anche all'estero, elezioni o no, per un "futuro migliore" o no):
"Papa’ e’ morto ed io sono qui al consolato italiano, a Melbourne, in Australia, col mio passaporto scaduto, o meglio, ancora valido, ma dato che scade tra meno di sei mesi, e’ facile che poi riescano a farmi anche delle storie in Italia. Sono qui fuori dalla porta. Davanti a me una ragazza sicuramente italo-australiana. Lo deduco da certi lineamenti fisici. Ecco che la porta si apre ed entriamo in fila indiana, fermandoci dietro una linea bianca, indicata per terra. Il signor Calogero - come poi scopriro’ chiamarsi il funzionario che smista la gente all’arrivo in consolato - sta seduto dietro un banco con un computer vecchissimo acceso ed uno sguardo come dire “ma non potevate rimanere tutti a casa oggi! E poi so che tanto cercate di fare i furbi…!”
La ragazza attende e Calogero la chiama e lei in inglese inizia a spiegargli che dato che i suoi genitori sono italiani, anche lei vorrebbe avere il passaporto italiano. Calogero, che pare quasi non la stia ad ascoltare (ma capiro’ piu’ tardi che ogni giorno deve stare a sentire la solita storia), in italiano con un forte accento romano le ribatte secco:
“Ma che sa parla’ itajano lei? No, pecche’ e fanno fa esame da lingua eh?” La ragazza, un po’ intimidita, dice in un italiano dal forte accento australiano, che una sua amica ha chiesto il passaporto e che lei l’esame non “ha dovuto fare…” E prima che possa completare la frase, Calogero spara “Magari la tua amica era carina, che ne so, aveva i capelli biondi….” Io non credo alle mie orecchie. La ragazza, quasi esterrefatta, si riprende subito e dice “ma come, io non carina?” e lui, che capisce la gaffe, immediatamente le da’ un numero e le dice di stare ad aspettare che verra’ chiamata tra un po’.
Calogero da’ un numero pure a me. Spero sia quello giusto. Io mi siedo ed attendo che la porta si apra. Sono il prossimo, continuo a ripetermi, tocca a me tra poco. E cercando di trattenere le lacrime, ogni volta che capisco perche’ mi trovo in quel posto, fisso continuamente il display coi numeri, che improvvisamente si azzera!
Una signora si alza e corre da Calogero che la prega di ritornare al posto: “che si sieda pure signora, e che le devo dire io? Che a lei tocchera’ piu’ tardi…” E nel frattempo cerca di schiacciare il pulsante per cambiare il numero, il mio numero, che non esce. Difatti nessun numero esce: la macchina si e’ inceppata. Calogero e’ in panne e mi guarda ammutolito, aspettandosi una soluzione dalle mie labbra. Io lo guardo e gli dico che tocca a me ed entro, lasciandolo coi suoi dubbi.
In questa stanza in cui carte sommergono le varie scrivanie, incontro il signor Luciano. Gli spiego subito la situazione e gli dico che avevo telefonato e che mi avevano garantito di rinnovarmi il passaporto in giornata. Il signor Luciano dice “si” prima e poi “no”, dato che, si, sono residente a Melbourne da piu’ di due anni, ma tutte le mie carte stanno a Londra, dove e’ stato emesso il mio passaporto e ci vuole una firma da Londra!
- Mandero’ un bel fax, ecco, ci scrivo sopra ‘urgentissimo’, cosi’ che risponderanno sicuramente. Non si preoccupi, tanto quando parte, vedra’ ci risponderanno, poi e’ Londra, voglio dire!
- Appunto!
Io che al Consolato generale d’Italia a Londra ci sono stato, so perfettamente che gli ci vorra’ un mese prima di degnarsi di rispondere. Luciano, che veramente cerca in tutti i modi di rincuorarmi, mi fa vedere il fax con ‘URGENTISSIMO’ scritto sopra e mi da’ il suo numero di telefono.
- Mi chiami domani, cosi’ le faccio sapere se hanno risposto. D’altronde io glielo farei subito il passaporto, ma non posso andare contro la legge e ci vuole una firma.
- Capisco.
Esco. Corro verso la macchina. Io in Italia ci vado lo stesso, con o senza passaporto. Luciano, prima di andarmene, mi ha detto che tanto io posso rientrare in Italia anche senza passaporto, che essendo cittadino italiano, mi farebbero entrare con quello scaduto, con qualsiasi documento e che essendo residente in Australia, anche per gli australiani non ci dovrebbero essere problemi.
Gia’, ma io passo dal Giappone. Come la mettiamo coi giapponesi?
E’ passato esattamente un mese da quando papa’ e’ morto. Ed esattamente un mese dopo, sono tornato in consolato. Inutile stare a dire che da Londra quel fax in quei giorni non l’avevano mai spedito e che io ritornai al consolato ben altre due volte, sperando in qualche miracolo. Luciano allargava le braccia e mi diceva che non dovevo preoccuparmi, in qualsiasi caso non mi avrebbero fatto storie, che comunque al mio ritorno, appena arrivate le carte dalla Gran Bretagna, mi avrebbe telefonato lui direttamente. Difatti, un mese dopo trovo il suo messaggio sulla segreteria di casa. “Finalmente hanno risposto. Come sono veloci eh? Un mese, ma almeno le posso fare il passaporto in giornata.”
Luciano, che e’ ora seduto davanti a me, mi spiega che, tutto sommato, il Consolato a Londra funziona. Se fosse stato Buenos Aires, allora manco avrebbero risposto e non avrebbero potuto far nulla. Con cosi’ tanti italiani di prima, seconda e terza generazione e con cosi’ poco personale, il signor Luciano mi dice che e’ impossibile per un consolato funzionare.
- E poi che gli e’ venuto in mente col voto agli italiani all’estero! Quanti soldi spesi per nulla. Si figuri che noi abbiamo dovuto mandare 50,000 lettere, tutte inviate agli indirizzi vecchi, perche’ non aggiornati dai vari Comuni italiani e che solo 5,000 persone hanno risposto e 4,000 hanno votato. E che dobbiamo fare del resto delle lettere che ci sono tornate? 200,000 dollari in fumo solo di posta! Non che gli italiani non debbano votare, ma come si fa a pretendere che pochi funzionari debbano improvvisamente fare un doppio lavoro, per la bella idea di qualche politico?
E chi gli puo’ dare torto. Lui che di Consolati ne ha girati parecchi, che da anni non vive piu’ a Roma, che finira’ in pensione negli Stati Uniti, mi racconta, lui certo sommerso dalla burocrazia e dalla poca voglia di fare di certi altri suoi colleghi, di cose certamente ne ha viste, chissa’ quanti governi diversi e quante nuove leggi!"
L'altro ieri ho scoperto che è la foto di Terzani (scusate l'ignoranza).
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